La leggenda narra di un giovane patrizio romano, il figlio di un alto funzionario dell’antica Roma, dal nome Vito. Correvano gli anni delle persecuzioni ai cristiani di Diocleziano e per sfuggire alle ire del padre Ila e del prefetto Valeriano e salvarsi dalla fine assicurata, decise di fuggire dalla sua città natale, Mazzara, insieme alla sua nutrice Crescenzia e al suo istitutore Modesto, che lo avevano convertito al cristianesimo.
Iniziarono a navigare verso nord e dopo alcuni giorni furono investiti da una brutta tempesta, che li costrinse ad approdare in un golfo ben protetto dal vento, sulla costa del feudo della Punta dagli antichi chiamato Capo Egitarso (o Egitallo) molto conosciuto dai naviganti del tempo.
Qui i tre iniziarono a diffondere il verbo di Dio, cercando di convertire gli abitanti del villaggio di Conturrana, che sorgeva a circa tre chilometri dal mare, sotto un'alta rocca.
In nome di Dio guariva gli infermi e scacciava gli spiriti immondi, ma Vito, Modesto e Crescenzia non riuscirono comunque a convertire alla loro fede gli abitanti del villaggio, anzi, al contrario da questi furono minacciati e cacciati.
Fu allora che giunse una frana gigante che seppellì tutto il villaggio e i suoi abitanti, come se fosse una punizione divina.
Crescenzia, presa dai sensi di colpi, si voltò durante la loro fuga e fu così che rimase pietrificata nel vedere la città che veniva sepolta. Proprio dove si pietrificò venne fatta la Cappella dedicata a Santa Crescenzia, costruita dagli ericini intorno al 1400.
Giungendo in auto a San Vito Lo Capo si può facilmente scorgere un'ampia zona franosa riconducibile a quegli eventi. Viene chiamata Contrada Valanga.
Il passaggio di Vito e Crescenzia donò grandi emozioni tra le persone della zona, e intorno al 300 a.C. dedicarono una Cappella a San Vito Martire, dopo che morì nel 299 a soli 22 anni.
Nei secoli la cappella venne ingrandita e abbellita per onorare il santo. Inoltre erano sempre più numerosi i pellegrini che arrivavano per venerare il Santo Martire, per dare alloggio e ospitalità ai fedeli venne costruito alla fine del 1400 un santuario per difenderli dai banditi e dai corsari.
Dopo 150 anni divenne una fortezza a tutti gli effetti e disponeva di eleganti alloggi per i nobili e modeste stanze per la povera gente, di stalle e perfino di un pozzo detto "di Santo Vito".
La fama della chiesa e dei miracoli accreditati a S.Vito Martire e alla Santa Crescenzia richiamavano sempre più gente intorno al santuario e le punizioni "divine" come le tempeste e le valanghe che colpivano i corsari che avevano saccheggiato la chiesa e rapinato i fedeli, non facevano che contribuire all’afflusso di persone attorno al santuario, così, all'inizio del 1700, furono costruite le prime case a ridosso dell'edificio.
È probabile che si trattasse solo di capanne per i fedeli in transito, poi qualche famiglia decise di fermarsi, magari per offrire vitto e alloggio ai pellegrini. Alla fine del '700 attorno alla chiesa esisteva già un piccolo nucleo di abitazioni.
Nasce così il paese di San Vito lo Capo, ma passarono ancora molti decenni perché divenisse un nucleo abitato nel vero senso della parola insieme alle contrade circostanti.
La storia di San Vito Santo è davvero affascinante ed è bello vedere come le leggende del luogo possano avere radici così profonde e piene di verità.
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